In un moderno edificio con ampie vetrate, i nuovi uffici della filiale di Ponsacco, che coprono una superficie di 750 mq distribuiti su due piani, nascono con l’intento di offrire un servizio ancor più efficiente, dinamico e all’avanguardia, in una zona che la Banca stessa considera una delle più
interessanti della provincia di Pisa. Ogni sportello che BPLaj ha aperto sul territorio è stato “segnato” da un Artista di talento in modo così evidente e così totale da richiamare alla mente le operazioni di architettura o di archiscultura funzionale che Gaudi ci fece conoscere per la prima volta alla fine dell’ottocento e i primi del novecento. Mino Trafeli ha lasciato qui la sua poesia di trasformazione e manipolazione della materia con le suggestioni che “Il Lunario di Mino Trafeli” gli ha suggerito.
La sede dell’ex cinema Massimo è stata impreziosita dall’intervento dell’artista Ugo Nespolo, in collaborazione con l’architetto Alberto Bartalini. Un trionfo di numeri e colori in uno spazio che storicamente ha accompagnato la vita e la crescita della città. Arte e non solo, perché anche l’interno della piazza ospita segni artistici che si rifanno all’architettura utilizzata per la facciata e gli interni della banca.
Là, dove c’era un cinema, si apre quindi una banca, ma non la seriosità del paludato tempio della finanza che incute timore e riverenza, bensì la gioiosa accoglienza di uno spazio in cui si è aiutati a risolvere i problemi con serenità. E negli interni, in coerente continuità con la facciata intensamente colorata, la vivacità delle forme che si incastrano le une nelle altre, induce a un ritmo delle operazioni finanziarie serrato, ma non incalzante. E poi ci sono i numeri, elemento connaturato a una banca, ma liberato dalla sua tradizionale pesantezza, vivacemente colorati, trasparenti, galleggianti nello spazio in fantasiose combinazioni, che per Ugo Nespolo acquistano significati fortemente simbolici.
Un esempio di recupero funzionale, di grande raffinatezza, che fin dai primi istanti, dopo averti accolto, diventa invisibile e si fa da parte per lasciare alla persona tutto lo spazio di cui ha bisogno mettendola a suo agio.
Le grandi opere del passato in fondo nascevano così.
La società maturava una esigenza, un Architetto pensava lo spazio e il volume in grado di soddisfare quell’esigenza, un Artista dava forma al tutto con la sensibilità e con la poesia della sua espressione.
La Banca Popolare di Lajatico ha seguito la procedura corretta per rimanere nel novero delle grandi opere. Il palazzo che la ospita ha le caratteristiche di un palazzo di fine ‘800 riqualificato non completamente negli anni ’80. Attraverso una luminosa vetrata si accede al salotto d’ingresso come in una casa benestante, con divanetto compreso e opere d’Arte ovunque, che l’Artista Canuti ha disegnato, dai pavimenti alle scale, dalle porte alle maniglie delle porte, dalle cornici dei muri alle sedie, agli armadi, ai quadri appesi, alle pareti, alle sculture disseminate nei corridoi.
Ogni particolare reca il segno di quell’Artista, ogni colore si integra con le scelte cromatiche dell’ambiente e l’ambiente nasconde l’aspetto ufficiale della sua destinazione d’uso per esaltare l’accoglienza ed il calore umano di rapporti che da lì vorrebbero e potrebbero nascere.
La Banca Popolare di Lajatico non ha capitalizzato nei suoi caveaux Arte da conservare al chiuso, ma ha investito in Arte da vivere e da consumare, per una crescita culturale collettiva.
La Banca Popolare di Lajatico è uno spazio gustoso, non del tutto minimale, ma carico di particolari che tutto sommato non sanno di ufficio, di burocrazie dei numeri e di pratiche finanziarie.
Superata la frazione de La Sterza, il paesaggio toscano si trasforma in grandi spazi pieni di silenzio. E questo perchè i grandi spazi mangiano il rumore.